PERCHÉ MUSICA DALLA PRIMISSIMA INFANZIA

L’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblica nel 1994 il documento “Life Skills Education for Schools” che contiene l’elenco delle abilità personali e relazionali che permettono ai ragazzi di rapportarsi con autostima a sé stessi e, con fiducia, agli altri e alla più ampia comunità. Le Life Skills (letteralmente: abilità vitali) sono quelle abilità, competenze che è necessario apprendere affinché l’individuo, inserito in una società che si trasforma rapidamente e che richiede flessibilità, adattamento, capacità di assumere responsabilità, possa divenire più resistente e capace di relazionarsi in maniera empatica e significativa con sé stesso, gli altri e il mondo.

Sappiamo che i primi tre anni di vita sono i più importanti per l’apprendimento di tali competenze.

“I bambini molto piccoli sono l’essenza dell’emozione e della fisicità, canali attraverso cui comunicano i loro primi sentimenti: benessere e disagio, fiducia o diffidenza, calma o inquietudine. Bambini ben diversi da come si pensava ancora non tantissimi anni fa’; non solo portatori di fame, sete, sonno, ma persone ricche di potenziali, straordinarie e sofisticate, pronte a imparare e a crescere” (Paola Anselmi – Pongo Musicale – Collana didattica OSI 2010).

La musica si inserisce in questo contesto di apprendimento in maniera perfetta.

Nel corso della vita , il nostro cervello si modifica di continuo . Ogni cosa che noi apprendiamo, induce modificazioni chimiche e strutturali nota come plasticità cerebrale.

Quando interagiamo con l’ambiente le connessioni tra i neuroni , le Sinapsi , si modificano, se ne creano di nuove , alcune si rafforzano , altre si indeboliscono fino anche a scomparire , attivando così il meccanismo della plasticità sinaptica. ( Purves ,2004 )

Ogni volta che impariamo , si forma una connessione sinaptica che aumenta la consapevolezza di ciò che stiamo . Imparando e ripetere un’azione tante volte ,fa sì che quell’azione , all’inizio nuova , diventi solita , automatica , semplice e naturale , la ripetizione rafforza le sinapsi fino a creare vere e proprie reti neurali. (Gherardelli, 2013 ).

L’addestramento musicale dà quindi origine allo sviluppo strutturale del cervello e attiva aree subcorticali collegate all’attenzione, alla semantica e alla sintassi musicale, alla memoria e alle funzioni motorie. Ascoltare e fare musica (soprattutto musica di insieme) attiva regioni emotive limbiche e paralimbiche. L’ascolto e la pratica della musica può migliorare l’attenzione, l’apprendimento, la comunicazione e la memoria.

Il cantare in coro influenza l’affetto emozionale , riduce l’ansia, la depressione e il dolore. L’ascolto della musica può essere legata a processi di auto gratificazione e ricerca del piacere, infatti durante l’ascolto della musica ,vengono secreti ormoni come la dopamina , serotonina e l’endorfina che hanno molteplici effetti sul benessere. E’ stato dimostrato inoltre un rafforzamento del sistema immunitario nei bambini. La musica induce reazioni sul sistema vegetativo con variazioni del ritmo cardiaco e del respiro ed induce anche motivazioni al movimento (Peretz-Zatorre, 2005).

Quindi per i bambini, nel loro percorso di conquiste motorie, di sperimentazione delle proprie capacità espressive (voce, movimento, sguardo, manipolazione…), di elaborazione degli stimoli che gli adulti e il mondo stesso gli propongono, la musica, per il suo potere coinvolgente, arricchente e comunicativo, riveste un ruolo ovviamente vitale.